L’argomento del Festival filosofia 2020, Macchine, ci ha dato lo spunto per cercare qualche titolo che ci possa aiutare a far luce su un argomento così complesso e così dibattuto come quello della macchina.
Il tema non è nuovo nella filosofia occidentale, ma con l’avvento dell’automazione e dell’AI, riflettere sul rapporto uomo-macchina sta diventando sempre più importante e urgente.
Il classico: Evoluzione creativa di Henry Bergson (1907)
Parlando di macchine, per Bergson la vita non può essere considerata tale.
Il filosofo francese ritiene che non solo l’uomo, ma la vita stessa sia quanto più distante dall’idea di ripetitività del meccanismo. La vita è continuo mutamento, agisce sul processo creativo che è appunto l’evoluzione attraverso l’organizzazione dell’élan vital.
Se esseri viventi come gli insetti si possono chiamare automi, perché rispondenti all’istinto, l’uomo, in quanto essere dotato di coscienza, è colui che ne supera l’automatismo.
I miti del nostro tempo di Umberto Galimberti (2009)
Il rapporto onnipresente uomo-macchina nella riflessione di Galimberti, ci ha fatto tornare alla mente un libro pubblicato nel 2009 “I miti del nostro tempo”. Esso raccoglie una serie di idee che, a parere dell’autore, la nostra epoca non ha “mai messo in discussione”. Tra questi miti, c’è anche quello della tecnica.
C’è da chiedersi non tanto se la tecnica (e quindi la macchina) sia giusta o sbagliata, ma fino a che punto essa possa essere slegata da una riflessione etica, senza privarci della nostra umanità.
Il lavoro dello spirito di Massimo Cacciari (2020)
Questo libricino, che porta lo stesso titolo dell’intervento di Massimo Cacciari al Festival filosofia 2020, parte dall’analisi delle due conferenze di tenute da Max Weber, rispettivamente nel 1917 e nel 1919, sul “Lavoro dello spirito come professione”.
Questo lavoro dello spirito, considerato autonomo e creativo, libero per definizione, è la forza che ci deve liberare da ogni attività “di lavoro servile”, come diceva Leibniz.
Questo sapere, la Scienza, che nella sua opera di razionalizzazione, è andata sempre di più a dissezionarsi e specializzarsi, si è dissolta nel “macchinismo universale”.
In che modo, può il lavoro dello spirito, che sia esso politico o filosofico, trovare posto e dialogare con la compagine destrutturante dello spirito del capitalismo?
Guida filosofica all’intelligenza artificiale di Barbara Giolito (2019)
L’intelligenza artificiale non è solo una disciplina d’avanguardia che ci pone davanti a delle innovazioni tecnologiche, ma ci pone davanti a riflessione di natura etica e ontologica.
Se vogliamo creare un robot in grado di imparare dall’esperienza, non possiamo prescindere dal fatto che questo abbia una visione del mondo, schemi complessi entro cui inserire le esperienze e imparare da esse.
Da qui può partire un confronto su un terreno comune tra filosofia e informatica.